RIVA 1920,
UNA STORIA DI FAMIGLIA

The MAG - 06.23

Di Cristina Morozzi

Intervista a Maurizio Riva, figlio di Mario, nipote di Romano Nino, fondatore dell’azienda Riva 1920, che guida assieme alle figlie Monica e Elena.

BRICCOLONE Riva 1920

CRISTINA MOROZZI (CM):
Le origini?

MAURIZIO RIVA (MR):
Riva 1920 da tre generazioni si occupa di arredamento su misura. Attualmente siamo in tre e gestire l’azienda: io e le mie figlie Monica e Elena Siamo arrivati a produrre per ben 1600 clienti privati. Progressivamente mi ero stancato di occuparmi di clienti privati.

A cambiare strada mi ha aiutato la filosofia Amish che ho imparato a conoscere in America. 

Ho iniziato ben 32 anni fa a utilizzare il ciliegio americano. Nel 1990 abbiamo partecipato al nostro primo Salone del mobile. Il mercato ci è letteralmente esploso nelle mani, perché non usavamo il truciolato. All’ingresso del nostro stand avevamo attaccato un manifesto con la scritta “divieto d’accesso al pannello truciolare”. Abbiamo anche promosso incontri con i giovani nelle università e in TV. Abbiamo spiegato cosa è il legno, perché molti degli imprenditori, abituati al truciolare,  non lo sapevano. Abbiamo collaborato con l’Expo di Milano realizzando ben 18 locations.

CM:
Le collaborazioni con i designer?

MR:
Sono ben 130 i designer che hanno collaborato con noi, tra questi Mario Bellini, Claudio Bellini, e Michele De Lucchi, che ha realizzato dei pezzi utilizzando le "Briccole"dismesse  (ormeggi per le barche nella laguna veneta); Karim Rashid, Terry DwanRenzo Piano. Abbiamo partecipato a numerosi progetti di idee, coinvolgendo anche giovani designer, che hanno iniziato il loro percorso professionale con noi. A casa mia non c’è nessuno di fisso!  Quest’ anno abbiamo coinvolto Gianluca Barbieri, che ha disegnato il “Molaire stool”, lo sgabello che, come dichiara il nome, ha la sagoma di un molare; gli sgabelli “Bigné” del noto chef pasticcere Iginio Massari e “Kura” lo sgabello in cedro profumato, ispirato alla sagoma di un cane Maltese di Setsu e Shinobo Ito. Insieme a Gualtiero Marchesi abbiamo ideato la  
“Pasta truciolo” allo zafferano, che è stata servita all’Expo come omaggio agli artigiani brianzoli

CM:
Il filo conduttore delle collezioni?

MR:
Il rispetto della tradizione, la sostenibilità, la realizzazione di prodotti sani e duraturi.

BUNGALOW ARMCHAIR Riva 1920

CM:
Quale tipo di legno utilizzate?

MR:
I legni americani, il noce, la quercia e riutilizziamo legni usati, come nel prodotto “Bricole” di Michele De Lucchi); il Kauri e il legno delle botti, sia da 220 litri, come quelle di San Patrignano, sia da 10.000 litri che ci vengono fornite da Oscar Farinetti. Usiamo anche i tronchi dei cedri del Libano. Diamo al legno una seconda e una terza vita.

CM:
La quantità di eventi e di pubblico del recente Salone del mobile testimonia buona salute e tenace volontà del settore arredo. E’una lettura corretta?

MR:
Direi di si. Noi l’abbiamo dimostrato aprendo lo showroom in via Visconti di Modrone, in pieno centro a Milano.
E’il momento di stare attenti a come si spende, senza dimenticare di mettere il cuore in quanto si fa. Noi abbiamo realizzato in piazza Greco a Milano il grande tavolo della mensa dei poveri. Renzo Piano a casa sua ha un grande tavolo di 12 metri che abbiamo creato per lui. Il nostro obiettivo è “produrre per lasciare“.

CM:
Previsioni?

MR:
Credo sia necessario pensare all’utilizzo di nuovi materiali, sostenibili, recuperati. Indispensabile guardarsi attorno per disegnare il nuovo e, prima di tutto, pensare in grande: abbiamo tre fabbriche e un Museo, creato nel 1750, dove si respira il profumo dei legni, con ben 12.000 pezzi e ben 11.00 tipologie di legni provenienti dal mondo.  Organizziamo spesso incontri al museo per far conoscere la nostra realtà e il nostro impegno nella cultura del territorio.