Durante la seconda guerra mondiale, la carenza di oro e di alcool causò difficoltà a molte aziende di gioielleria e profumeria, che spinsero l'azienda di cosmetici Gi.Vi.Emme e l'azienda di gioielleria Calderoni a creare una joint venture di bigiotteria. Quando nel 1944 furono tolte le restrizioni su oro e alcol, le due aziende tornarono alle attività originarie, Dino Villani, direttore artistico di Gi.Vi.Emme, suggerì alla sua segretaria, Piera Albani, madre vedova di due figli, di rilevare la produzione di bigiotteria.

L'Italia era in fase di ricostruzione postbellica, questa non ha fermato l'audace duo madre-figlia

Inizia a dirigere l'attività con tre operai e la figlia Maria Vittoria, che all'epoca aveva solo 14 anni ma già dimostrava un grande talento e si sarebbe poi fatta un nome, disegnando anche collezioni per Dolce&Gabbana e Swarowski e altri marchi prestigiosi . All'inizio, madre e figlia hanno fatto molti sacrifici, investendo le loro finanze, il loro tempo e le loro energie nell'attività. E sebbene gran parte dell'Italia fosse in fase di ricostruzione dopo la guerra, ciò non ha impedito all'audace coppia madre-figlia di avventurarsi anche nel sud Italia, facendo l'autostop con i camionisti.

Durante uno di questi viaggi, Maria Vittoria incontrò Mario, suo futuro marito, che era un soldato. Tuttavia, subito dopo è entrato a far parte dell'azienda come direttore commerciale, che ha ricoperto per tutta la vita.

Nel corso dei decenni, l'azienda ha continuato a produrre pezzi eccezionali di bigiotteria. Nel 2000 Ornella Bijoux è stata riconosciuta come storica impresa milanese, o Bottega Storica Milanese, a riconoscimento della sua importanza sia storica che commerciale. Ciascuno dei pezzi del marchio è vibrante, vivo e contemporaneo, dimostrando coraggio nella sperimentazione e nell'innovazione nel corso dei decenni.