Luciana Gomez Intervistata da Ranieri

Myin è una start up nata nel 2020 da un’idea della designer italo-argentina Luciana Gomez, membro attivo del team creativo che ha progettato i famosi lab di coworking TAG di Talent Garden e già fondatrice di Dwellness, società specializzata nella progettazione di ambienti aziendali funzionali e all’avanguardia, attenti alla sostenibilità, alla centralità dell’essere umano e al rispetto della diversità. Il focus sul benessere degli individui applicato al contesto lavorativo ha trovato in Myin un ulteriore sviluppo applicato anche al mondo del living. Il “design dell’interiorità” è infatti il concept che dà vita al progetto e che ribalta completamente il punto di vista sull’estetica e anche sulla funzionalità dei complementi d’arredo.



Luciana spiegaci cosa significa “design dell’interiorità”?


Lo spazio non è un luogo, ma un’esperienza. E siamo noi a dover decidere come condividerla con gli altri. Un mobile, come qualunque altro pezzo di arredamento che sia stato scelto con cura, è una parte di noi. È uno dei tanti tasselli del puzzle che compone il nostro carattere e la nostra interiorità. In questo senso è qualcosa di intimo, che non dovrebbe essere immediatamente esposto, ma svelato come un dono di sé a coloro che scegliamo oppure dedicato a noi stessi e ai nostri momenti speciali. Il momento di apertura agli altri, di svelamento, assume quindi un ruolo fondamentale. Myin è il nome che sintetizza questo approccio: vuol dire allo stesso tempo la mia interiorità e il mio interior design. 

L’esterno è estremamente pulito ed essenziale, l’interno invece è caratterizzato da un’esplosione di creatività che diventa la rappresentazione dell’interiorità di chi lo possiede attraverso la possibilità di personalizzazione.


Come ha influito l’adozione su grande scala, anche forzata, dello smart working negli ultimi mesi?


L’impulso ricevuto dallo smart working non si arresterà con la riapertura delle aziende. Lo sdoganamento e il superamento della diffidenza – molto forte in paesi come l’Italia - è stato forse uno dei pochi aspetti positivi di questa situazione. È arrivato però il momento di rendere le nostre case pronte ad accoglierlo, anche in quei contesti in cui lo spazio disponibile non consente di realizzare degli ambienti ad hoc.

Ho sfruttato la mia esperienza nell’ambito del coworking Talent Garden per elaborare alcune linee guida, che hanno portato all’ideazione di una postazione smart working, che potrà essere collocata in un ambiente living, trasformandolo in uno spazio polifunzionale e armonico. 

Lavorare da casa non significa dimenticare le regole dell’ergonomia. È quindi importante che vengano rispettati i criteri di tutela del rapporto e dell’interazione fra le persone e gli elementi d’arredo che andranno a costituire il nuovo ambiente lavorativo. 


Le postazioni di smart working non devono “invadere” le case, stravolgendone le caratteristiche, e mettendo al primo posto le esigenze funzionali a scapito di quelle più intime e personali. L’integrazione negli ambienti privati deve essere armonica e in linea con lo stile delle abitazioni.

La postazione di smart working deve offrire la possibilità di esprimere la propria interiorità.


Come saranno gli spazi dell’abitare nel prossimo futuro?


Nella fase di lockdown le case sono diventate, grazie al supporto della tecnologia, anche l’unico luogo di socializzazione. Brunch, aperitivi, riunioni familiari, perfino party di compleanno in streaming: pur essendo lontane, le persone hanno trovato ugualmente il modo di sentirsi vicine. 

Anche se le maglie dell’isolamento si stanno allentando, ci vorrà del tempo per tornare a vivere gli spazi di socialità così come eravamo abituati a fare. 

Per questo è probabile pensare che il ruolo sociale della casa continuerà ad essere prevalente. La possibilità di gestione del momento di “apertura agli altri”, così come è stato concepito dall’approccio basato sul design dell’interiorità, si adatta particolarmente a questa esigenza. 

Ancora una volta, lo spazio viene concepito in modo polifunzionale: attraverso i complementi d’arredo la stessa stanza può svolgere la funzione di luogo privato/familiare, di lavoro o di socializzazione.