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Visualizza tuttoLa leggenda delle Teste di Moro, simbolo della tradizione siciliana
di Cristina Morozzi
Le teste di Moro, oggetto caratteristico della tradizione siciliana, rappresentano un’antica leggenda risalente al periodo della dominazione dei Mori in Sicilia attorno al 1100.
La testa di Moro è un oggetto caratteristico della tradizione siciliana. Si tratta di un vaso in ceramica, dipinto a mano, raffigurante la testa di un moro con il capo decorato da un turbante ornato di frutta e fiori, in genere affiancato a una testa di donna.
Le teste di Moro rappresentano un’antica leggenda risalente al periodo della dominazione dei Mori in Sicilia attorno al 1100. Si racconta che nel quartiere Kalsa di Palermo vivesse una bellissima fanciulla dalla pelle rosea, con gli occhi azzurri come il mare. La ragazza trascorreva le sue giornate in casa, occupandosi quotidianamente delle piante del suo balcone. Un giorno un Moro si trovò a passare sotto il suo balcone e se ne invaghì.
Deciso a conquistarla entrò in casa e le dichiarò il suo amore. La fanciulla, colpita da tanto ardore lo ricambiò. Ma la sua felicità svani quando seppe che il suo amato sarebbe presto partito per ritornare in oriente dove lo attendeva una moglie con due figli. La fanciulla si volle vendicare e di notte mentre il Moro dormiva, lo uccise e poi gli tagliò la testa.
Della testa del Moro fece un vaso dove piantò del basilico che crebbe rigoglioso. Da questa leggenda deriva la tradizione delle teste di Moro cui sono stati dedicati anche molto racconti e persino un romanzo poliziesco “Il Basilico di Palazzo Galletti” di Giuseppina Torregrossa (Mondadori, Milano, 2018).