TRENDS: Osare di Cristina Morozzi

Osare è la nuova tendenza. Liberarsi dal minimalismo e azzardare contaminazioni di forme e colori per ritrovare il desiderio di stupire.


Il cartoncino d’invito alla presentazione della nuova collezione di porcellane Furstenberg, disegnate da Christian & Michael Sieger per il 19 ottobre 2021 recita, scritto in oro zecchino, “Living with verve”.

Lo condivido perché ritengo sia appropriato per questo periodo di transizione verso la normalità del vivere e del creare. Vari sono i segnali che denunciano il ritorno alla voglia di osare. Non è per caso che a Ragusa, ai primi di settembre, si sia svolto il primo festival del Neobarocco, inteso, non come stile, ma come attitudine alla rivalutazione di forme più elaborate, della decorazione nelle sue varie declinazioni e delle tavolozze policrome.

E che Dolce&Gabbana abbia presentato a Venezia a fine agosto 2021, alla Scuola Grande della Misericordia, la prima collezione casa, composta da oltre 400 pezzi tra arredi e complementi, declinata in quattro temi a loro cari: il leopardo, lo zebrato, il carretto siciliano e il blù mediterraneo.

“L’italianità”, hanno dichiarato, “per il suo saper fare, per la sua qualità esecutiva, per la sua tradizione artigianale è per noi un valore da tutelare”.

Osare è la nuova parola d’ordine. Conviene liberarsi dalle regole punitive del minimalismo e, magari, anche del "cosiddetto buon gusto” per azzardare improbabili contaminazioni di forme e colori, per ritrovare il desiderio di stupire con qualche eccesso decorativo, con motivi figurativi, con colori squillanti, con il luccichio dell’oro e con abbinamenti imprevisti. I nuovi calici per lo champagne proposti da Sieger design, annunciati dall’invito “Vivere con brio,” sono boccali di fine porcellana, con interno in oro zecchino, decorati da immagini policrome, riprese dai fumetti, con tanto di scritte, tipo Splash e Buzz.

Manifesto realista di questa tendenza è da considerarsi il nuovo allestimento del flagship store di Seletti in corso Garibaldi a Milano, un melting pot di colori, materiali e stili. Riprendo l’invito del direttore di Brera Thomas Bradbury a “fare della propria casa un museo”, che abbia il sapore delle wunderkammer (camere delle meraviglie) seicentesche, dove ordinario e straordinario convivono con disinvoltura per allietare il ripetitivo vivere quotidiano.




Cristina Morozzi