Il Linguaggio delle Cose, un libro di Deyan Sudjic

di Cristina Morozzi

"Il linguaggio delle cose" è un libro scritto da Deyan Sudjic, direttore del Design Museum di Londra ed ex direttore della rivista Domus. Leggi la recensione di Cristina Morozzi.


E’ dedicato alle “cose” anche il libro di Deyan Sudjic, attualmente direttore del Design Museum di Londra e in passato direttore della rivista Domus, titolato “Il Linguaggio delle cose” (Editori Laterza, 2008)

Partendo dalla considerazione che il mondo attuale è sommerso dagli oggetti, Deyan Sudjic si propone di indagarne il linguaggio delle cose per riflettere sul ruolo del design e per decifrare il nostro mondo. Inizia partendo dal computer, l’oggetto che ha più spesso sottomano. Poi racconta la macchina fotografica Nikon, l’oggetto cui affidiamo i nostri ricordi. Il pacchetto di sigarette Lucky Strike è citato come la più grande creazione del designer americano dello streamline Raymond Levy. Il televisore in truciolare della Thompson è il pretesto per parlare del designer francese Philippe Starck, che si distingue anche per la sua abilità con le parole, imbastendo di ogni progetto attraenti e ironici racconti. 


Cita la calcolatrice del design tedesco Dieter Rams, considerandola il punto di partenza dell’immagine dei prodotti Apple disegnati da Johnathan Ive. Di Ernesto Nathan Rogers, famoso per la sua definizione del design che spazia “dal cucchiaio alla città", pubblica un cucchiaio in acciaio. Ha un posto di rilievo la Citroen 2CV, robusta come un cavallo da tiro, progettata da Pierre Boulanger. E’poi la volta della macchina da scrivere portatile, disegnata da Ettore Sottsass e Perry King per Olivetti. C’è la lampada Tizio di Artemide, ma anche la pistola Walther PPK. Ci sono il dollaro, la sterlina, il franco svizzero e il biglietto da 500 euro. C’è un mobile di Memphis in laminato, firmato da Ettore Sottsass cui si deve la ricerca della componente emotiva degli arredi. 


Cita Miuccia Prada, sottolineando la sua volontà di abbinare cultura e commercio, ricorrendo anche a fotografi artisti, come Andreas Gurksy e l’uniforme dei carabinieri, disegnata da Giorgio Armani. Non manca la iconica lattina dalla Tomato Soup di Campbell. Affronta il tema delle edizioni limitate, pubblicando la Lockheed lounge chair di Marc Newson e la Well tempered chair, la poltrona in metallo dell’86 di Ron Arad, infine dedica due pagine a colori alla famosa sedia Red and Blue di Gerrit Rietveld.