EDITORIALE DI DESIGN ITALY di Cristina Morozzi: Natale con stile

La tavola di Natale deve essere preparata a festa con il servizio buono, con i bicchieri di cristallo e i segnaposto.


Non è possibile sfuggire al cenone o al pranzo di Natale, una tradizione che ogni anno si rinnova e che si celebra, a suo modo, in ogni paese del mondo.


La tavola di Natale va allestita, non importa sia povera o ricca, ma deve essere a festa: tradizionale con la tovaglia ricamata, con il servizio buono, con i bicchieri di cristallo, i segna posto, oppure di fantasia.


Può essere a soggetto, decorata con agrifoglio e vischio, con pigne e rami d’abete, illuminata a candele. Può essere vegetale, addobbata con rami, con bacche e con composizioni floreali, dove non manchi il tocco di rosso della rosa di Natale. Può essere decorata con nastri dorati e argentati, con i fili di lucine, come quelli destinati agli alberi di Natale.


Oppure, come fece qualche anno fa l’architetto Massimiliano Locatelli, dello studio CLS Associati, per una memorabile cena di Natale nella chiesa sconsacrata di San Paolo Converso, che era diventata la sede del loro studio, allestendo le tavole con statuine di gesso e di lustrini, di animali, di nani e principesse, acquistate nei negozi dei cinesi di Via Paolo Sarpi a Milano.


Si può optare per una tavola etnica, scegliendo ceramiche e terraglie della tradizione regionale italiana, sulle orme della vetrina natalizia di Dolce&Gabbana, che imbandiscono tutti gli anni nei loro flagship store una tavola siciliana barocca.


I creativi, che amano sbizzarrirsi, possono creare una tavola eclettica, contaminando stili e tradizioni. Si possono rubare suggestioni alla moda, decorandola con gale, nastri e pizzi. Può essere retrò, ma anche futuribile, rubata alle fiabe e ai fumetti. Può essere una tavola a sorpresa, invitando ciascun commensale a portare un oggetto d’affezione.


Deve, comunque, essere a effetto, policroma, o monocroma, sobria o eccessiva, magari con un trofeo centrale, composto per l’occasione, ispirandosi a quelli di Gio Ponti in ceramica di Richard Ginori, creati per le ambasciate italiane all’estero. Deve essere abbondante, ma può essere anche frugale, sulla falsariga delle consuetudini contadine.


E magari sulle orme di Elon Musk anche marziana.



Cristina Morozzi



Date un’occhiata alla nostra Guida ai regali di Natale.