Alberi di Natale sostenibili in legno e cartone
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The MAG 23/01
A Istanbul c’è un museo molto speciale: Il museo dell’innocenza che accoglie una serie di “Cose” dai soprammobili ai posaceneri, dai mozziconi di sigaretta ai quadernini di appunti, dai pettini alle mollette e ai rossetti consumati appartenuti a Fusun. Fusun era la donna di cui era innamorato il premio nobel turco Orhan Pamuk, che le ha dedicato questo museo e il libro “Il Museo della innocenza”(Einaudi, Torino 2009), dove di ogni oggetto ripercorre la storia, evidenziandone contesto, data e occasione.
Non si tratta di cose preziose, ma di tracce che, come i segnali chilometrici, indicano il percorso, non di un viaggio, ma di una normale vita quotidiana e che ne scandiscono il tempo. Numerosi sono gli scrittori che hanno raccontato le cose del loro quotidiano, a cominciare da Georges Perec, che nel suo celebre romanzo “La vita Istruzioni per l’uso”, fornisce stanza per stanza una descrizione molto dettagliata, al limite del maniacale, soffermandosi anche sul numero dei petali di una rosa disposta sul comodino accanto al letto.
Senza presunzioni letterarie, mi soffermo su una categoria di oggetti, spesso superflui, sovente inutili, numerosi nelle nostre abitazioni. Vengono indicati come complementi d’arredo e, nel corso dei tempi recenti, hanno conosciuto anche periodi di oblio, sfrattati dalle pareti attrezzate.
I complementi d’arredo, complice anche la nostra forzata clausura anti Covid, sono ritornati d’attualità. Si rieditano scrivanie, mobili bar, secretaire, carrelli, piccoli tavolini con ruote da disporre accanto al divano, come Cicognino di Franco Albini per Cassina, vetrinette, buffet, madie, pouf e cuscini ritenuti disdicevoli sui lineari divani a isola, forniti di ergonomici poggiareni.
Cassina allarga il suo spettro, grazie alla collaborazione con lo storico marchio Ginori, e propone anche una collezione per la tavola in ceramica con disegni grafici dei FormaFantasma, realizzati da provetti artigiani della Ginori.
E chissà che non ritornino in auge anche i mobiletti da cucito, attrezzati per contenere in spazi appositi il necessario per ricamo e cucito, attualmente riposti alla rinfusa nelle scatole di latta dei biscotti.
Già ci sono dei segnali di attenzione da parte dei designer per questi oggetti “servizievoli”. Francesca Lanzavecchia per sua nonna ha inventato “un servizievole” costituito da un bastone, dotato di pratica impugnatura, corredato da un treppiede con ruote e da un piccolo tavolino rotondo all’altezza dell’impugnatura, con funzione di vassoio per portare due caffè. Un altro, sempre con funzione di bastone , dotato di tre gambe con ruote e di un contenitore rotondo pensato per ospitare gomitoli e ferri per lavorare a maglia.