RIVA 1920,
UNA STORIA DI FAMIGLIA
Il MAG - 05.23
Ho avuto il piacere di sedermi con Maurizio Riva, figlio di Mario e nipote di Romano Nino, il fondatore di Riva 1920. Maurizio ora gestisce l'azienda con le sue due figlie, Monica ed Elena. È stato affascinante ascoltare la storia dell'azienda e come si è evoluta nel corso degli anni..
CRISTINA MOROZZI (CM):
Per favore, ci parli un po' dell'attività della sua famiglia, Riva 1920.
MAURIZIO RIVA (MR):
Riva 1920 si occupa di mobili su misura da tre generazioni. Anche le mie figlie, Monica ed Elena, sono coinvolte nell'azienda e insieme abbiamo servito fino a 1600 clienti privati. Tuttavia, col passare del tempo, mi sono stancato di lavorare con clienti privati. È stato un percorso, ma sono entusiasta di vedere dove ci porterà il futuro.
È stato quando ho conosciuto la filosofia Amish durante il mio periodo in America che ho deciso di cambiare il mio approccio.
Uso il Ciliegio Americano da 32 anni. È un legno bellissimo che non mi ha mai deluso. Nel 1990 abbiamo partecipato al nostro primo Salone del Mobile, e la risposta è stata travolgente. Ci siamo distinti perché non usavamo legno truciolare. All'ingresso del nostro stand avevamo un poster con scritto "no accesso al legno truciolare", che attirava l'attenzione delle persone. Abbiamo anche tenuto incontri con giovani nelle università e in TV per spiegare cos'è il legno. È sorprendente quante imprese che usano il truciolare non sapessero nemmeno cos'è il legno vero. Siamo stati orgogliosi di collaborare con l'Expo di Milano, dove abbiamo creato 18 splendide location. È stato un viaggio incredibile, e sono grato per le opportunità che ci sono capitate.
CM:
Collaborazioni con designer?
MR:
Siamo orgogliosi di dire che abbiamo collaborato con centotrenta designer, tra cui nomi noti come Mario Bellini, Claudio Bellini, e Michele De Lucchi. Michele De Lucchi ha persino utilizzato le "Bricole" veneziane abbandonate per creare alcuni dei suoi pezzi, a testimonianza della sua creatività. Abbiamo inoltre lavorato con Karim Rashid, Terry Dwan, e Renzo Piano. Inoltre, il nostro impegno nel promuovere i giovani talenti ci ha portato a partecipare a numerosi progetti di idee che hanno aiutato molti giovani designer a iniziare la loro carriera professionale con noi. Quest'anno, abbiamo avuto la fortuna di lavorare con Gianluca Barbieri, che ha progettato lo "Sgabello Molaire." Come suggerisce il nome, questo sgabello ha la forma di un molare. Abbiamo anche collaborato con il famoso pasticcere Iginio Massari per creare gli sgabelli "Bigné".
Inoltre, abbiamo lavorato con Setsu e Shinobu Ito per creare "Kura", uno sgabello profumato al cedro ispirato alla forma di un cane maltese. Inoltre, abbiamo avuto il piacere di collaborare con Gualtiero Marchesi per creare la "Pasta truciolo" allo zafferano, servita all'Expo come omaggio agli artigiani della Brianza. Il nostro impegno per l'innovazione e la creatività è evidente nei diversi progetti che abbiamo realizzato nel corso degli anni.
CM:
Il leitmotiv delle collezioni?
MR:
Rispetto per la tradizione, sostenibilità e creazione di prodotti sani e duraturi.
CM:
Che tipo di legno usate per i vostri prodotti?
MR:
Utilizziamo una varietà di legni americani, come noce e quercia. Inoltre, impieghiamo legnami riutilizzati, come nel prodotto "Bricole" di Michele De Lucchi, oltre a Kauri e legno proveniente da botti, come quelli forniti da Oscar Farinetti e San Patrignano. Incorporiamo anche i tronchi dei cedri del Libano per dare al legno una seconda e terza vita.
CM:
Il numero di eventi e di pubblico al recente Salone del Mobile testimonia l'ottima salute e la volontà tenace del settore del mobile. È una lettura corretta?
MR:
Sì, sono d'accordo con questa valutazione. Il recente Salone del Mobile ha mostrato una moltitudine di eventi. Ha attirato un'ampia gamma di pubblico, il che testimonia la vitalità e la determinazione incrollabile del settore del mobile. Anche la nostra azienda lo ha dimostrato aprendo uno showroom nel cuore di Milano in Via Visconti di Modrone. Inoltre, è fondamentale essere attenti alle spese pur mettendo il cuore nel nostro lavoro. Per esempio, abbiamo recentemente creato un grande tavolo per la mensa di Piazza Greco a Milano e progettato un tavolo di 12 metri per la casa di Renzo Piano. Il nostro obiettivo finale è creare mobili che durino per generazioni.
CM:
Quali sono le vostre previsioni per il futuro?
MR:
Per avere successo in futuro, è fondamentale considerare l'uso di materiali nuovi e sostenibili. Dovremmo anche concentrarci sul recupero di materiali che possono essere riutilizzati. Dobbiamo pensare fuori dagli schemi ed esplorare nuove possibilità di design mentre andiamo avanti. La nostra azienda ha una storia ricca, e siamo fortunati ad avere tre fabbriche e un museo che espone oltre 11.000 tipi di legno provenienti da tutto il mondo. Spesso teniamo riunioni al museo per promuovere l'impegno della nostra azienda verso la cultura locale.

