MIA Fair: intervista a Lorenza Castelli
di Cristina Morozzi
Leggi su Design Italy l'intervista di Cristina Morozzi a Lorenza Castelli, figlia del fondatore di MIA Fair, che parla dell'11ª edizione di MIA Photo Fair.

L'11ª edizione della Milan Mia Image Art Fair torna quest'anno dal 28 aprile al 1 maggio al Superstudio Maxi (Via Moncucco 35, Milano), il grande spazio eventi di Superstudio.
Ne abbiamo parlato con Lorenza Castelli, figlia del fondatore Fabio Castelli. Ci racconta come la mostra sia nata nel 2011 grazie a una chiacchierata tra suo padre e Gisella Borioli, creatrice e anima dell'evento, insieme a Flavio Lucchini di Superstudio. La loro idea era che Milano, capitale del design, mancasse di un evento sull'educazione alla fotografia d'arte come linguaggio dell'arte contemporanea. In poco tempo, MIA è diventato un appuntamento imperdibile, non solo per i fotografi, ma per tutti gli operatori dell'arte, del design e dell'architettura.
C.M.
Quali sezioni di questa 11ª edizione consiglieresti in particolare?
L.C.
Il progetto “The Thin Line” di Giada Ripa, che racconta un viaggio dal nord al sud Italia, dove sottoterra ci sono reti e infrastrutture che rispettano l'ambiente naturale e umano, attraverso cui scorrono gas verdi come idrogeno e biometano, avvicinando le persone alle fonti di energia rinnovabile. Poi c'è “Invisibile”, con 21 fotografie in grande formato, curato da Denis Curti, che accompagna i visitatori in un viaggio attraverso 13 paesi dal Marocco alla Cambogia, dal Giappone all'India, Venezia, New York e Dubai, presentando la ricerca artistica e il linguaggio di Daniele Polillo.
Poi c'è il progetto di fotografia olandese con la galleria Project 2.0 di Coen Van Den Oever all'Aia, che presenta cinque dei fotografi più nuovi e originali della scena olandese contemporanea: cinque visioni diverse della vita quotidiana legate da un filo narrativo che racconta la fusione di visioni e sentimenti.
Ci sono anche il premio in fotografia dedicato al cibo, curato da Claudio Composti e promosso da Irinox, azienda trevigiana produttrice di abbattitori. Poi la sezione “New post photography”, dedicata alle nuove tendenze nell'arte fotografica e in particolare agli artist's book.
Non mancherà un calendario di eventi dedicati all'educazione. Da segnalare anche la mostra dell'archivio delle corse automobilistiche storiche di Adriano Scoffone. Infine, la sezione Photo Independent da Los Angeles, dedicata agli artisti americani.
C.M.
Qual è la tua definizione di fotografia?
L.C.
La fotografia è un linguaggio dell'arte contemporanea che trasferisce i pensieri alla società odierna in modo più immediato delle parole. Una buona fotografia è un messaggio.
C.M.
La componente emotiva è importante?
L.C.
L'emozione è fondamentale. È ciò che cattura lo sguardo.
C.M.
Il reportage può essere considerato arte?
L.C.
Se il fotografo ti porta nel cuore dell'evento, trasmette emozione vera. Lo scopo dell'arte è emozionare.
C.M.
Nel suo ultimo intervista, Giovanni Gastel ha detto: “Io non rappresento, interpreto”.
L.C.
La fotografia è sempre un'interpretazione. Anche le fotografie di moda di Giovanni Gastel sono interpretazioni.
C.M.
Come vengono selezionate le gallerie per esporre a MIA?
L.C.
Le seleziona una commissione. Il concetto base è che ogni stand è una mostra.
C.M.
E quali sono i criteri di selezione?
L.C.
Siamo interessati a progetti inclusivi e democratici. Vogliamo che le fotografie siano storie, motivo per cui torneranno anche le discussioni tra esperti.