"Ready Player One" di Steven Spielberg. Film come specchio delle tendenze.

ARTICOLO di Chiara Colmegna

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Il Metaverso e la realtà virtuale hanno ispirato l'immaginazione di scrittori e registi. Leggi la nostra recensione del film di Steven Spielberg "Ready Player One".

 

Un film sul metaverso

Il metaverso sta diventando una realtà così concreta da aver attirato l'interesse di tutti i settori commerciali. La prospettiva è quella di un mondo parallelo in cui le persone possono interagire tra loro, partecipare ad attività e vivere esperienze immersive. Se ne parla molto da quando Mark Zuckerberg ha annunciato lo sviluppo della sua nuova piattaforma Horizon Worlds, che includerà anche la possibilità di commercio virtuale. L'idea di un mondo diverso da quello in cui viviamo non è nuova ed è stata fonte di ispirazione e riflessione per vari scrittori e sceneggiatori, tra cui Ernest Cline con il suo romanzo che Spielberg ha adattato nel suo film del 2018 Ready Player One.

 

Una riflessione sul metaverso: Ready Player One

Per fuggire da un mondo decadente e miserabile dominato dal caos, le persone del 2045 si immergono completamente in un universo virtuale creato da un brillante visionario. In questo mondo, chiamato Oasis, il protagonista, Wade, incontra amici straordinari e vive la sua vita oltre ogni possibilità del mondo reale. Wade decide di partecipare a una caccia al tesoro per vincere un grande premio che lo porterà prima a incontrare l'amore della sua vita e poi a svelare il segreto dietro l'Oasis.

Durante tutto il film, diventano evidenti le potenzialità e i limiti del mondo virtuale. Attraverso il protagonista siamo portati a riflettere su quanto le persone abbiano bisogno di trascorrere più tempo nel mondo reale, “perché la realtà è reale”. È chiaro che l'autore esprime una critica all'eccesso di tutto ciò che è digitale, tanto che nell'Oasis si manifesta una tendenza all'aggressività, all'isolamento e alla manipolazione socio-economica da parte di chi detiene più potere. L'idea originale del creatore era costruire un mondo in cui si potesse liberare la propria libertà e immaginazione, ma il risultato è la prevalenza del desiderio di potere e monetizzazione.

È attraverso le relazioni reali con i suoi compagni che Wade si rende conto di quanto abbia dato per scontata la realtà e che vivere la sua realtà è la sua vera sfida.

 

La realtà virtuale nel film

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La prospettiva rappresentata dal film di Spielberg fa parte del nostro presente. Visori per la realtà virtuale, piattaforme e valute virtuali sono già in uso. Non solo potremo vivere esperienze diverse, ma potremo acquistare proprietà, mobili e costruire case. Forse l'oasi è una metafora dell'essere schiavi del mondo digitale nelle nostre vite, ma abbiamo l'opportunità di coglierne tutto il potenziale. Alla fine del film, i protagonisti decidono di mantenere vivo il metaverso ma di rimuovere ciò che lo disumanizza.