Intervista a Marco Buoncristiano di Orequo

di Cristina Morozzi


Leggi l'intervista a Marco Buoncristiano, la mente creativa che si cela dietro al brand Orequo e ai suoi bellissimi foulard, sciarpe e accessori moda.

Marco Buoncristiano ha fondato Orequo nel 2018 partendo dalla sua personale passione per l’arte, la letteratura, per il bello nelle sua varie declinazioni e dal desiderio di coniugare tradizione e artigianalità con raffinatezza e eleganza.


CM:
Ha scelto un nome inusuale, cosa significa Orequo?

MB:
E’ un nome latino composto da ore e quo, vuole indicare una sorte di confine tra passato e presente.


CM:
La tua formazione?

MB:
Non ha niente a che vedere con Orequo. Prima di questa avventura mi occupavo di cybersecurity. L’idea mi è venuta disegnando al computer e poi forse dipende dal fatto che mi piacciono le storie e le illustrazioni. L’incontro con Francesca Santi, psicologa, mi ha stimolato a proseguire su questa strada.
E’ nata la collezione di accessori: foulards fantasia, stole doppiate in cachmere e seta. Le abbiamo presentate al White. E’ stato un successo.


CM:
Il passo successivo?

MB:
La produzione di camice, kimoni, pantaloni chemisier, gonne a ruota
. Poi la sfilata a Alta Roma con la collezione SS 2022, ben 20 outfit. Per l’inverno abbiamo scelto, quasi a far da contrappunto, colori vivaci.


CM:
Come distribuite?

MB:
Abbiamo uno showroom a Bologna e uno a Bari
per la distribuzione in Italia e Europa. C’è anche una Orequo Cina che funziona molto bene.


CM:
L’organizzazione attuale?

MB:
Dopo quattro anni, grazie al successo delle nostre collezioni, abbiamo ampliato l’ufficio stile con due illustratori, Francesco e Marco e stiamo lavorando alla collezione SS2023


CM:
Covid, guerra in Ucraina, periodi complessi, la moda sta soffrendo, voi come ve la cavate?

MB:
Se siamo ancora attivi, significa che siamo bravi. Forse perché non veniamo dal mondo della moda, ma piuttosto da quello della illustrazione. La gente ha voglia di indossare qualcosa di colorato, di originale. Noi non faremo mai il copia/copia. Produciamo in Italia e utilizziamo la maestria dei suoi artigiani. Non andremo mai a produrre oltre i confini del nostro paese.


CM:
Una definizione del vostro stile?

MB:
Cerchiamo di andare controcorrente, di osare
. Credo sia necessario distruggere gli schemi classici per liberare la fantasia.

I nostri capi in seta fanno rivivere le storie e i racconti della tradizione culturale italiana
, in modo eclettico e originale, reinterpretati in chiave moderna, ma con un occhio di riguardo alle nostre radici culturali e manufatturiere. Cerchiamo l’eccellenza anche nei materiali, tutti naturali e rigorosamente made in Italy. Orequo è il modo di raccontare il mio mondo e un omaggio al saper fare italiano, di cui sono orgoglioso.


CM:
Il futuro?

MB:
Seguire il nostro racconto illustrato e scritto: ogni pezzo ha la sua storia. Abbiamo intenzione di creare partnership con aziende simili alla nostra, produttrici di borse e scarpe per creare delle capsule complete, destinate al pubblico giovanile. In azienda ospitiamo anche tirocinanti.



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