Alberi di Natale sostenibili in legno e cartone
Visualizza tuttoREPORTAGE: Giovanni Gastel "The People I like" di Cristina Morozzi
La mostra dedicata all’indimenticato fotografo Giovanni Gastel presenta una varietà di ritratti di personalità che hanno segnato un’epoca, a testimonianza degli incontri che hanno costellato la sua straordinaria carriera.
La Triennale di Milano ospita sino al 13 Maggio una mostra omaggio a Giovanni Gastel, il noto fotografo, autore di ritratti indimenticabili, scomparso nell’ Aprile 2021. La mostra titolata “The people I like”, organizzata in collaborazione con il Maxxi di Roma, curata da Uberto Frigerio con l’allestimento di Piero Lissoni Associati, presenta oltre 200 ritratti che testimoniano la grande varietà di incontri della sua carriera e la sua speciale abilità nell’interpretare le personalità dei soggetti.
La rassegna, comprendente personaggi della cultura, della moda, del design, dell’arte, della musica, dello spettacolo e della politica, è una testimonianza preziosa di persone che hanno segnato una epoca. Tutti i ritratti sono in grande formato 130x90, la maggior parte in bianco e nero. Nel volume firmato da Germano Celant, edito da Silvana editoriale, in occasione della mostra “Giovanni Gastel. Quaranta anni di Storia e di immagini” da lui curata a Milano, a Palazzo della Ragione, (23 settembre/13 novembre), allestita da Piero Lissoni, che ha celebrato i quaranta anni di carriera di Giovanni Gastel, sono raccolti vari suoi pensieri sulla creatività e sul rappresentare.
“La creatività ha bisogno di un punto di vista e questo punto di vista deve essere il tuo... il lavoro creativo consiste nel vedere tutto da una posizione distonio... a ogni tappa lavorativa miglioravo sempre un po'… ho sempre avuto la sensazione a ogni piccola tappa del mio percorso professionale di migliorare anche lievemente… La tecnica la devi conoscere così bene da potertela dimenticare…. Un pittore non pensa mai al pennello che ha in mano. Io non sento la macchina, se penso alle mie fotografie, non penso alla macchina, che è come un occhio… So che quella è l’ottica che voglio ” (Germano Celant, Giovanni Gastel, Silvana Editoriale, 2016).
Nella sua ultima intervista rilasciata a Giovanna Calvenzi, nota photo editor, docente di Storia della fotografia e linguaggio fotografico alla Università cattolica per 11 anni, Giovanni disse: “io non fotografo, interpreto”. In questa frase lapidaria è condensato il segreto delle sue fotografie.
Cristina Morozzi