Luisa Bocchietto intervistata da Cristina Morozzi

Architetto dalla straordinaria carriera: scopriamo di più su Luisa Bocchietto, curatrice della mostra di Design Italy "SustainabItaly" aperta al Wolfsonian Museum di Miami dal 4 dicembre 2021 al 20 marzo 2022.

 

Luisa Bocchietto, nata a Biella, classe 1960, si è laureata al Politecnico di Milano con Marco Zanuso in Progettazione artistica per l’industria, corso antesignano della futura facoltà di design. Parallelamente ha frequentato le lezioni serali dello IED. 

 

Dopo la laurea ha aperto un proprio studio di architettura. Si è fatta le ossa lavorando in cantiere, dove gli operai la chiamavano Signora, non avvezzi a confrontarsi con architetti donna, e dove ha imparato a prendere confidenza con la tecnica. Si è sposata e ha avuto due figli, un maschio e una femmina, sempre continuando a lavorare e apprendendo, progressivamente, a conciliare la professione con gli impegni familiari. 

 

Quando Biella è diventata provincia, si è iscritta al locale ordine degli architetti e ne è stata eletta presidente, nonostante la sua giovane età.  Ha mantenuto l’incarico per due mandati, promuovendo numerosi concorsi di architettura. Si dedica poi alla trasformazione della fabbrica Biellese Serralunga, azienda storica leader nel mercato degli accessori tessili, cercando di trovare nuovi sbocchi produttivi per la tecnica di stampaggio rotazionale della plastica che l’azienda aveva importato dagli Stati Uniti, avviando la collaborazione con noti designer per realizzare grandi vasi per l’outdoor, anche luminosi, che hanno dato l’avvio a una nuova categoria di prodotti da esterno. 

 

Parallelamente prosegue il suo impegno nelle istituzioni del design, raggiungendo posizioni di rilievo internazionali. Il suo percorso è costellato di incarichi prestigiosi nelle associazioni del design nazionali e internazionali, nelle quali s’impegna, con la passione e la determinazione che la distinguono, per promuovere il design italiano nel mondo, organizzando mostre e convegni.


C.M. 
Il tuo percorso professionale è costellato da numerosi incarichi istituzionali, citane alcuni?

 

L.B. 
Sono stata presidente dell’ADI nazionale per due mandati. Durante la mia presidenza sono riuscita nell’impresa di ottenere dal Comune di Milano la concessione dell’attuale sede, dove è allestito anche il Museo del Compasso d’oro. Quindi ho portato la sede del Compasso d’Oro, prima a Torino e poi a Roma. Nel 2013 sono entrata nel board dell’ICSID e nel 2015 a Seoul ne sono stata eletta presidente, riuscendo a far affidare all’ Italia la successiva edizione denominata “World design organisation”. Nell’ambito di Torino World design capital nel 2008 ho curato, con la collaborazione di Anty Pansera, la mostra “D come design-La mano, la mente, il cuore”, sponsorizzata da Cosmoprof, dedicata al lavoro delle donne, artigiane, artiste, designer e imprenditrici, inaugurata l’8 marzo, il giorno della festa delle donne. Sempre nel 2008 ho organizzato la mostra “Pop design” al filatoio di Caraglio. 

 

Tra le mostre che amo ricordare c’è Design for Sustainable di Berlino nel 2019. Tra le più recenti quella di Volterra dedicata all’alabastro e “Un alloro per Dante” a Ravenna, promossa dal comune per i 700 anni di Dante, in collaborazione con Silvia Pazzi di Regenesi, durata ben due mesi. L’opera raffigurava simbolicamente una grande corona di alloro in rame con 1423 fessure, come il numero di endecasillabi della Divina Commedia, dove i cittadini hanno inserito foglie di alloro in rame, acquistabili assieme al portachiavi celebrativo. Sono state mostre di ampio respiro, di lunga durata e ad alta frequenza di pubblico. Sarò nel 2022 a Valencia, world design capital, come membro dell’Advisor board.

 

C.M. 
Il programma di design Miami 2021 prevede una mostra curata da te al Wolfsonian Museum. Ci puoi dare qualche anticipazione?

 

L.B. 
Il titolo, “SustainabItaly”, un neologismo, già rivela molto di questa mostra, che dal 4 dicembre per due mesi sarà al Wolfsonian Museum di Miami. Ho selezionato cinquanta prodotti rispondenti ai parametri di sostenibilità, non solo di note aziende, ma anche di altre identità, come gli auto-produttori, gli inventori, i ricercatori. Ci saranno prodotti per il benessere, per il distanziamento nei luoghi di lavoro, per l’illuminazione, accessori tessili. Tra i partecipanti Denis Santachiara, Mario Trimarchi, Giulio Iacchetti, l’azienda Regenesi, il lanificio Cesare Gatti di Biella...

 

C.M. 
Il tuo percorso nel mondo del design, sia come progettista, sia come membro di istituzioni, mi stimola a chiederti un tuo pensiero sul design del prossimo futuro. 

 

L.B. 
Tento di riassumerlo in poche parole: più che parlare bisogna agire! Da oltre cento anni, seguendo i principi del Bauhaus, abbiamo lavorato su forme e funzioni, ponendo sempre l’uomo al centro. L’adeguamento alle regole della “sostenibilità” impone di porre al centro, non più l’uomo, ma il pianeta. La sfida che ci attende come progettisti, teorici e attivisti è riuscire a coniugare sostenibilità, etica e estetica.

 

 

 

Cristina Morozzi