Riccardo Dalisi: tributo a "Il Cantastorie"

di Cristina Morozzi


Leggi il tributo a Riccardo Dalisi, noto e apprezzato architetto, designer e scultore. Ci lascia un'eredità di oggetti di design iconici.



Napoletano, architetto e designer di fama internazionale, Riccardo Dalisi (Potenza 1931- Napoli 9 Aprile 2022), eterno fanciullo, era un menestrello, un cantastorie. I suoi progetti di design, emblematiche le caffettiere napoletane in latta, di varie dimensioni, dinoccolate al pari dei burattini, sculture urbane, come quella gigantesca in Piazza dei Martiri a Napoli, erano personaggi della commedia dell’arte. 


Lavorava in uno studio sopra Mergellina dal quale, all’orizzonte, quando il cielo era limpido, si poteva scorgere la Sirena di Capri. Lo studio era ingombro di prototipi, caotico, perché anche gli oggetti trovati e i materiali più disparati, magari raccattati per strada, erano spunti per le sue creazioni.


In quello studio “arruffato”, denominato “l’Università di strada”, accoglieva i bambini dei bassi ai quali insegnava a liberare la propria creatività, a far nascere le cose, lavorando con le mani e utilizzando materiali di recupero. Confessava di non buttare mai nulla, neppure le carte di caramella. Era goloso e parsimonioso. Il suo studio era una sorta di “materioteca” cui attingeva quotidianamente. La sua produzione, tra le più variegate, dalle già citate innumerevoli caffettiere, comprendeva dalle figure dei presepi a prodotti di design seriale per aziende industriali, tra le quali Alessi, Baleri Italia, O Luce, Zanotta, Bisazza.


Nel 1981 gli è stato assegnato un Compasso d’Oro
per la sua capacità di coniugare il design su scala industriale con quello artigianale. Il design Museum della Triennale di Milano gli ha dedicato nel 2008 la mostra “Design Ultrapoverissimo” e nel 2012, a cura di Alba Cappellieri, “I gioielli sostenibili”, cento gioielli autoprodotti, da lui realizzati a mano, in latta, carta stagnola, ottone.


“I suoi gioielli”, come scrive Alba Cappellieri, “ben descrivono il suo mondo fiabesco e le creature che lo abitano: alberi, fiori, stelle, comignoli sui quali si posano le colombe, foreste incantate popolate di giraffe, leoni e elefanti”.


Dalisi evitava i materiali preziosi a favore di quelli poveri, dei rifiuti e dei frammenti, che definiva “piccole anime da salvare”. Le schegge di lava erano per lui pietre preziose da incastonare. Nella mostra napoletana del 2019 “Rompete le Righe” (Riccardo Dalisi assieme a Alessandro Mendini) i disegni di Dalisi mostrano la sua realtà fantasiosa, popolata di numerosi personaggi: suonatori, guerrieri, cavalli e cavalieri, angeli e mostri, che esprimono il suo stupore per ogni manifestazione del creato, che non l’ha mai abbandonato.